Come controllare se il filtro antiparticolato è ostruito

Il filtro antiparticolato DPF, adottato dalle vetture diesel di ultima generazione, accumula al suo interno il particolato (polveri tipiche dei motori diesel), ma non solo. Pochi sanno che il filtro accumula per sua natura anche le ceneri di olio e queste hanno un diverso impatto sull’occlusione del filtro: mentre il particolato viene “rigenerato” (espulso) bruciandolo ad alte temperature periodicamente (rigenerazione spontanea), l’olio non puಠessere eliminato dal filtro e continua ad accumularsi chilometro dopo chilometro.

 

Ecco perchè, anche se una vettura con DPF è utilizzata sempre in condizioni ottimali (autostrada e strade extraurbane), il filtro dura al massimo 200.000Km.

 

Ma come controllare se il particolato e le ceneri hanno effettivamente tappato il filtro?

Questa è una domanda che molti autoriparatori si pongono, soprattutto quando in centralina è registrato un generico errore relativo alla pressione differenziale sul filtro, errore che non si sa se imputare al filtro o al sensore che misura questa pressione.

In realtà  il controllo dell’occlusione del filtro è molto semplice e puಠessere fatto con uno strumento di autodiagnosi o anche semplicemente con un multimetro.

Controllo con autodiagnosi

L’autodiagnosi, indipendentemente dal veicolo, mette sempre a disposizione alcuni parametri per verificare il grado di intasamento del filtro. Nelle seguenti immagini potete vedere i due parametri messi a disposizione dell’autodiagnosi di una Golf V 1.9TDI.

Il parametro “Differenza pressione attraverso il filtro antiparticolato (FAP)” ci informa del grado di intasamento del filtro dovuto al particolato. Questo valore deve essere sempre prossimo a zero a vettura in moto e motore al minimo. In genere è tollerato un valore massimo di 200mbar (0,2 bar).

Il parametro “Massa cenere (FAP)” ci informa della quantità  di ceneri presenti all’interno del filtro. Queste crescono con il chilometraggio della vettura e quindi non si azzerano dopo una rigenerazione del filtro. In genere un filtro “vecchio” ha un accumulo di particolato superiore ai 50 grammi.

parametri letti in centralina

In questo caso si puಠdedurre che il filtro è pulito, anche se si nota che accelerando la pressione differenziale è salita a 76 mbar (guarda i valori in viola che rappresentano i valori massimi registrati dallo strumento durante la diagnosi).

Mentre l’elevato accumulo di particolato denota che il filtro è a fine vita. Ciಠvuol dire che anche eseguendo una rigenerazione forzata questo non tornerà  mai alle condizioni originarie.

Sostanzialmente stiamo dicendo che non vale la pena rigenerare un DPF che ha sulle spalle pi๠di 200.000Km.

Controllo con il multimetro

Per verificare se il filtro è ostruito si utilizza lo stesso sensore che usa la centralina: il sensore della pressione differenziale. Questo in genere è alloggiato nel vano motore ed è collegato per mezzo di uno o due tubi al filtro.

Il sensore ha un connettore a 3 fili. Lasciandolo collegato, a quadro acceso, è necessario individuare il filo del segnale. Il sensore ha un’alimentazione (5 Volt), una massa (<0,25 Volt) ed il segnale (>0,3 Volt).

La prova va eseguita a veicolo spento e successivamente a veicolo in moto. Nella seguente tabella potete vedere i valori che è possibile riscontrare ed il significato.

CONDIZIONE DELLA PROVAVALORE MISURATOSIGNIFICATO
Quadro acceso e motore spentocirca 0,5 VoltSensore funzionante
Quadro acceso e motore spentovalore superiore a 5 VoltSensore guasto o cablaggio
motore in moto al minimovalore compreso fra 0,5-0,7 Volt

Filtro parzialmente ostruito, necessaria una rigenerazione su strada

(guidare il veicolo per lunghi tratti con marce basse )

motore in moto al minimo

valore compreso superiore a 0,7 bar e al di

sotto di 1 Volt

Filtro gravemente ostruito, tentare una rigenerazione

forzata con strumento di autodiagnosi

motore in moto accelerandoil valore deve restare sotto i 0,8 VoltValori superiori indicano che il filtro è parzialmente ostruito

Misura eseguita con oscilloscopio sul PIN2 del sensore della Golf V. Si nota che il valore è nella norma, il ché concorda con l’autodiagnosi.

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